Nascita del pattinaggio a rotelle

Il pattinaggio a rotelle, nasce e si sviluppa tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800.

Sebbene possa risalire ai primi del '900, ha in realtà i suoi primi timidi sviluppi tra le due guerre mondiali, per merito di pattinatori e pattinatrici su ghiaccio che cercano di trasferire il loro bagaglio tecnico sui nuovi attrezzi.
Per circa un secolo vennero sperimentate parecchie varianti di pattini: a due, tre, quattro e più ruote, sia in linea che disposte "a rettangolo" o anche "a rombo" (un anteriore, due centrali, una posteriore).

Questi attrezzi, seppur funzionanti, presentavano molti difetti: spesso erano pesanti, poco stabili sul piede, poco o per nulla indirizzabili su traiettorie curve (con conseguente difficoltà a mantenere l'equilibrio), con ruote o scivolose o molto lente e/o dal rapido consumo (se fatte di legno), senza freni o dispositivi di arresto.

Occorrerà attendere il 1863 per l'invenzione e il brevetto dei pattini a rotelle a quattro ruote disposte come su quelli attuali, e dotati di sterzi che attraverso la pressione laterale del piede permettono di mantenere un buon equilibrio e di impostare traiettorie curve. L'inventore statunitense Plimpton continuerà a perfezionare l'attrezzo con altri brevetti del 1866 e 1908.

La versione moderna, con gommini sterzanti posti tra i due gruppi di ruote ed un puntale anteriore indispensabile per l'esecuzione di alcuni salti, compare nel 1942 ad opera dello statunitense Blaes.

Il "raddoppio" dei gommini sterzanti (uno sopra ed uno sotto) è merito dello statunitense Snyder i cui pattini all'epoca vengono riconosciuti al vertice della qualità.

Nel dopoguerra il pattinaggio artistico a rotelle guadagna crescente popolarità anche in Italia.

Da un lato il clima mediterraneo comporta alti costi di esercizio delle piste su ghiaccio, per cui il ricorso alle rotelle è più economico, praticabile, e in grado di attirare maggior utenza.